Osservazioni sul Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale alla luce della recente Costituzione di Riforma della Curia Romana (Praedicate Evangelium)

Autor/innen

  • Emma Graziella Saraceni Università degli studi di Roma "Tor Vergata"

DOI:

https://doi.org/10.5282/nomokanon/222

Schlagworte:

Corresponsabilità, Sinodalità, Communio, Evangelizzazione, Carità, Competenze, Servizio

Abstract

Lo studio si propone di evidenziare come alcune prerogative già appartenenti al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (D.S.S.U.I.), secondo il suo Statuto, siano state confermate e sviluppate dalla Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium. In base al principio di gradualità della riforma, la citata Cost. Ap. recepisce infatti la disciplina statutaria, ne esalta alcuni tratti caratterizzanti e li prevede come principi guida valevoli per tutta la Curia Romana. In particolare, ciò accade con il compito di servizio alla communio, realizzato sia nei confronti della collegialità episcopale, sia verso le Chiese particolari, sia nei confronti dei Vescovi diocesani e titolari, sia in altre forme di azione collegiale (può talvolta scorgervisi un vero e proprio esercizio di corresponsabilità episcopale, talaltra, l’applicazione di un più semplice decentramento).

Ciò esprime notoriamente un carattere ecclesiologico della imago Ecclesiae, voluto dal Concilio ecumenico Vaticano II, e valorizzato dalle due Costituzioni Apostoliche di riforma: Regimini Ecclesiae Universae e Pastor Bonus (nel cui solco la P.E. si colloca), di talché, come in un gioco di risonanze, la Curia Romana riflette una conformazione di tutta la Chiesa, ed il D.S.S.U.I. riproduce al proprio interno una conformazione della Curia. Anzi, avendola anticipata, può dirsi quasi che ne abbia costituito un parziale modello.  

A ciò si aggiunge il carattere missionario, che informa l’azione del D.S.S.U.I., e che oggi connota quella della Curia Romana tutta; esso è presente nella unitarietà della triade: parola-sacramento-carità (kerygma-martyrium / leiturgia / diakonia) che nel Dicastero in esame giustifica l’articolazione delle competenze, e per la Curia pure si traduce in una nuova architettura curiale (si apre l’elenco dei Dicasteri con i tre, dedicati alla Evangelizzazione; Dottrina della Fede; Servizio della Carità). Tale carattere missionario costituisce pure una chiave ermeneutica di tipo generale.

Infine, il metodo sinodale, si esprime – sia per tutta la Curia che per il Dicastero in parola - in sinergie intra e interdicasteriali. Più specialmente, la componente laicale sembra destinata a rivestire un ruolo di spicco nel realizzare la varietà del Popolo di Dio quale segno di sinodalità intradicasteriale. Anche qui, la conoscenza delle realtà temporali e la capacità di discernere i segni dei tempi valgono quale criterio generale nella selezione del personale di Curia (insieme alla competenza per materia; cfr. nn. 7 e 10 di Principi e Criteri), per la quale si raccomanda apertamente una valorizzazione del laicato; tanto più, ciò è a dirsi per il Dicastero in parola, il quale, indole sua, è chiamato a servire l’uomo contemporaneo, nel suo progredire storico, temporale e spirituale. Dunque anche in questo aspetto il Dicastero sembra destinato a svolgere un ruolo esemplare per tutta la Curia romana.

 

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Veröffentlicht

24.01.2023

Zitationsvorschlag

Saraceni, E. G. (2023). Osservazioni sul Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale alla luce della recente Costituzione di Riforma della Curia Romana (Praedicate Evangelium). NomoK@non. https://doi.org/10.5282/nomokanon/222